Cefalee ed emicranie: chi non ne abbia mai sofferto alzi la mano. Nessuno, vero?
Vi siete mai chiesti perché alcuni tipi di mal di testa siano cosi debilitanti e altri no? E perché altri durino per un tempo che a noi sembra infinito e altri “spariscono” dopo poche ore? Per non parlare dei farmaci: perché solo alcuni fanno effetto, pur avendo tutti (o quasi) gli stessi principi attivi?
Proviamo a far luce insieme.
Innanzitutto, c’è da dire che esistono più di tredici tipi di mal di testa differenti, associate o no a problemi di tipo fisico o biologico. Tra questi vi cito l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo, associata a trauma cranico, a patologie vascolari, a infezioni, ecc…
Ovviamente non sto a scriverle tutte, ma diventa suggestivo pensare che, nonostante le cefalee funzionali (quindi senza origine organica) siano in numero decisamente minore rispetto alle altre, esse accompagnano il 90% delle persone che soffrono di mal di testa. Come si dice… Poche ma buone!
Ovviamente, ora entra in gioco lo stress: infatti le cefalee sono spesso una reazione psicofisiologica associata a stati d’ansia dovuti ad eventi stressanti. Lo stress ci avvisa che qualcosa non va, ci chiede di riposare un po’ il corpo e la mente, ma se come me pensate di essere degli Iron Men & Women, ci manda la cefalea come ultima arma: e lì, spesso, siamo proprio costretti a fermarci.
A volte il mal di testa arriva durante l’evento stressante, a volte dopo. Da cosa dipende? Molto dalla nostra personalità: se siamo portati ad amplificare le risposte allo stress, allora la cefalea sarà contemporanea o comunque comparirà subito dopo la situazione che l’ha causata, se no arriverà una volta che l’evento si è concluso (è la cosiddetta cefalea da weekend, che arriva non appena ci rilassiamo un attimo perché siamo portati ad accumulare lo stress durante la settimana).
Ma la cefalea da stress colpisce comunque soggetti con una certa personalità, mica tutti! Chi? Persone ambiziose, perfezioniste, metodiche, apparentemente sottomessi, che avrebbero molto da dire ma non lo fanno per il quieto vivere: insomma, tutte quelle persone che hanno dell’aggressività repressa. Sono persone molto mentali, come potete vedere, quindi è anche facile perloro capire da cosa deriva il loro stato di tensione, percepiscono la loro aggressività e saprebbero anche verso chi rivolgerla, ma (perché c’è sempre un “ma”) ci sono dei fattori istituzionali o relazionali che impediscono l’estrinsecazione, il tirar fuori questi sentimenti ostili.
Ma torniamo alle domande iniziali.
Essendo qualcosa di molto mentale, la sua intensità e la “terapia” vanno di conseguenza: può essere infatti più o meno intenso a seconda di quanto VOI consideriate importante l’evento stressante, quanti ne avete già accumulati e l’abilità che avete nel gestirli (e gestirvi); le stesse considerazioni valgono per quanto riguarda i modi in cui diminuirlo o farselo passare: lascio che passi da solo o uso i farmaci? E soprattutto, quali?
Ne parleremo nel prossimo articolo.
Fatemi sapere del vostro mal di testa: quando arriva? Come cercate di gestirlo?
dott.ssa Deborah Landa
Da sempre amante dello sport, ho una naturale inclinazione verso gli sport acquatici.
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