L’abitudine vuole che sport e azienda guardino a due mondi contrapposti: il primo, a quello dello svago, della libertà mentre il secondo a quello dell’obbligo, delle formalità, della chiusura.
Ma come può lo sport aiutarci nel nostro mondo lavorativo?
Tutti gli atleti, agonisti e non, grandi e piccoli, mentre praticano la propria disciplina sportiva imparano o utilizzano più o meno automaticamente alcune tecniche mentali, alcuni comportamenti, alcune routine che, con l’aiuto di uno psicologo dello sport, possono diventare consapevoli ed
essere sfruttate per rendere al meglio.
Ciò che diciamo spesso ai bambini è che tutto ciò che imparano nel proprio sport può servire a scuola come nella vita. E perché non dovrebbe essere così anche in azienda? Vediamo insieme alcuni punti in cui lo sport e la psicologia dello sport tornano utili anche sul luogo di lavoro:
- PREPARARSI ALLA GIORNATA LAVORATIVA
Gli atleti si preparano alle competizioni più importanti, e i lavoratori si preparano alle loro giornate più impegnative. Avere un planning della giornata e una routine per caricarsi, visualizzare i momenti intensi e trovare quelli dove inserire delle pause, pensare positivo e trovare soluzioni nelle difficoltà: abilità che possono essere utili durante un match come durante una riunione. - DEFINIRE GLI OBIETTIVI DI CARRIERA
Per un atleta è necessario avere degli obiettivi concreti per definire al meglio la propria carriera sportiva non solo a lungo termine, ma anche nel medio e breve periodo. Questo gli consente di avere sempre sotto mano i propri progressi, programmare delle verifiche intermedie e modificare il proprio percorso se questo si sta discostando dall’obiettivo finale. I target sono importanti anche nella carriera lavorativa: un progetto da portare a termine come un’eventuale “scalata” delle posizioni si vedono meglio attraverso un planning ben definito degli obiettivi a breve, medio e lungo termine. - CONCENTRARSI TRA LE DISTRAZIONI
Le distrazioni non ci permettono di dare il massimo, che sia il pubblico sugli spalti o i colleghi e il telefono in ufficio. È quindi importante imparare a concentrarsi, a isolarsi dai rumori di fondo e avere il focus fisso su ciò che si sta facendo. Ciò permetterà di ottimizzare le prestazioni senza sprecare tempo e, soprattutto, energie. - LAVORARE SOTTO STRESS
Sullo stress si potrebbero aprire pagine intere, a cominciare dalla differenza tra dis-stress (quello cui dobbiamo stare attenti, perché nocivo per la nostra salute mentale e fisica) e l’eu-stress (quel tipo di pressione che invece ci fa bene, ci fa lavorare meglio e rendere maggiormente). Lo stress nel mondo lavorativo, come in quello sportivo, ha molti nomi: aspettative, risultati, ambiente, clima, ecc… Anche le modalità di gestirlo, però, sono simili a quelle sportive: creare delle routine, gestire i momenti di lavoro e quelli di pausa, il controllo del self-talk, la gestione delle emozioni… - FOCALIZZARSI SUL COMPITO E NON SUI RISULTATI
Nel mental training si insegna a concentrarsi più sul compito che sul risultato: se mi focalizzo al meglio sulle procedure e sugli obiettivi a breve termine, il risultato finale è più indirizzabile verso ciò che voglio. Ogni compito è influenzato da variabili personali e ambientali, e non tutte si possono tenere sotto controllo: il focalizzarsi sulle procedure e sulle prestazioni permette all’atleta come al lavoratore di tenere sotto osservazione quante più variabili possibili e di agire per tempo quando una di queste non è più gestibile. Questo permette di migliorare, tra le altre cose, anche la propria auto-efficacia. - FAR FRONTE A CONFLITTI E MIGLIORARE IL LAVORO DI TEAM
Come nello sport, anche nel mondo del lavoro il gioco di squadra è importante. Essendo però il team l’unione di più persone, ciò può portare a conflitti e avversità, spesso basati sulla discordanza tra i propri obiettivi personali e quelli degli altri componenti. È quindi importante conoscere queste diversità, mediare tra le esigenze di ogni membro del team e tra le personalità coinvolte, focalizzandosi su quelli che sono gli obiettivi della squadra e non su quelli personali; in questo modo, nello sport come nel lavoro, ognuno potrà portare il proprio contributo e i propri punti di forza in favore di un bene comune più grande: l’obiettivo del team. - BILANCIAMENTO VITA PERSONALE E LAVORATIVA
Le energie non sono infinite: c’è un limite da non superare per evitare il burn-out. È quindi importante imparare a gestire le proprie energie bilanciando la vita sportiva e/o lavorativa con quella personale per rendere al meglio in tutti gli ambiti in cui siamo coinvolti.
Ciò che impariamo nello sport è replicabile nella vita di tutti i giorni, non scordiamolo mai.
dott.ssa Deborah Landa
Da sempre amante dello sport, ho una naturale inclinazione verso gli sport acquatici.
Contattami ora per una consulenza gratuita.
Contattami
Latest posts by dott.ssa Deborah Landa (see all)
- Sport e azienda: mondi vicini o lontani? - 2 Novembre 2022
- Genitori e sport: educare a vincere o a essere vincenti? - 2 Novembre 2022
- Cosa significa essere genitore di uno sportivo? - 22 Ottobre 2022